La strega dei pozzi siciliani…
Nelle notti scure della Sicilia, sotto un cielo privo di stelle, si narra dell’esistenza di una creatura arcana che abita nei pozzi e nelle cisterne d’acqua. Conosciuta come Marabecca, questa mostruosa entità è descritta come un essere orribile alla vista e dall’odore nauseante di carne putrida, che si nasconde nell’oscurità e si nutre di esseri umani.
La leggenda della Marabecca, diffusa in tutta l’Italia meridionale, è tramandata da generazioni come una storia di terrore e avvertimento. Si dice che la creatura incanti le sue vittime con una voce suadente, attirandole verso il pozzo e facendole precipitare nella sua trappola mortale. Una volta intrappolati, i malcapitati sono destinati a essere divorati dalla terribile strega che dimora nelle profondità oscure.
Questo antico mito, che ha terrorizzato le comunità siciliane per secoli, ha radici profonde nella cultura popolare e nella psiche collettiva. La figura della Marabecca rappresenta il male assoluto, un’entità spaventosa che incuteva terrore anche solo al pronunciare il suo nome.
L’origine della leggenda è avvolta nel mistero, ma alcuni studiosi ipotizzano che possa derivare dalla paura ancestrale delle madri per i propri figli che giocavano vicino ai pericolosi pozzi presenti nei cortili delle case. Per proteggere i bambini dalla tentazione di avvicinarsi troppo ai bordi dei pozzi, si raccontava loro la storia della Marabecca, nella speranza che il terrore li tenesse lontani dal pericolo.
Oggi, la leggenda della Marabecca è quasi dimenticata, ma il suo ricordo persiste nelle notti senza luna, quando alcuni ancora sussurrano il suo nome con timore, temendo di intravedere la sua presenza tra le ombre dell’oscurità. La storia della Marabecca rappresenta un antico racconto di terrore che ha radici profonde nella cultura siciliana, un monito contro la curiosità e la tentazione che ancora oggi risuona nell’immaginario collettivo dell’isola.