Haiti in lacrime: Massacro di Praticanti Vodou per un Presunto Incantesimo Mortale

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Il massacro avvenuto a dicembre 2024 ad Haiti ha scosso profondamente la nazione e la comunità internazionale. Secondo le Nazioni Unite, almeno 184 persone sono state uccise nel quartiere di Cité Soleil, a Port-au-Prince, in un’ondata di violenza durata due giorni.

Il responsabile di questa strage è identificato in Micanor Altès, noto anche come Monel Felix o Wa Mikanò, leader della gang locale Wharf Jérémie. La motivazione dietro il massacro sarebbe la vendetta per la morte del figlio di Altès, che egli attribuiva a pratiche di stregoneria da parte di anziani praticanti del vudù.

Le vittime, molte delle quali anziane e praticanti del vudù, sono state prelevate dalle loro abitazioni e brutalmente uccise, spesso con machete o armi da fuoco. Alcuni corpi sono stati mutilati e bruciati per le strade, evidenziando la ferocia dell’attacco.

Questo tragico evento sottolinea la crescente crisi di sicurezza ad Haiti, dove la violenza delle gang è in aumento e le autorità faticano a mantenere il controllo. Secondo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, la situazione richiede un’azione immediata per fermare il ciclo di violenza e garantire giustizia per le vittime.

Il vudù è una componente fondamentale della cultura haitiana, ma è spesso frainteso e stigmatizzato. Questo massacro evidenzia le tensioni esistenti tra credenze tradizionali e dinamiche sociali contemporanee, aggravate dalla presenza di gruppi armati che sfruttano tali divisioni per consolidare il proprio potere.

La comunità internazionale e le organizzazioni per i diritti umani hanno condannato fermamente l’accaduto, chiedendo indagini approfondite e misure efficaci per prevenire ulteriori atrocità. La situazione ad Haiti rimane critica, con un urgente bisogno di interventi per ripristinare la sicurezza e promuovere la riconciliazione sociale.