La caccia alle streghe è stata una delle pagine più oscure della storia umana, segnata da un mix letale di superstizione, misoginia e autorità religiose e secolari spesso disposte a sacrificare vite umane nell’impeto irrazionale di proteggere il proprio potere e la propria ortodossia. Il fenomeno, diffuso in varie forme in Europa e altrove, raggiunse vette di barbarie e follia che sconvolsero intere comunità e lasciarono un segno indelebile nella memoria collettiva.
Le origini di questa caccia risalgono almeno al XV secolo, quando in varie parti d’Europa si cominciarono a diffondere teorie e pratiche legate alla stregoneria. In particolare, popoli come i germanici, i francesi e gli anglosassoni registrarono numerosi casi di donne accusate di praticare arti magiche, spesso legate a credenze popolari o a pratiche erboristiche tradizionali.
Le motivazioni dietro a queste accuse erano variegate e spesso confuse: alcune donne venivano accusate perché si supponeva partecipassero a raduni segreti notturni, altre perché erano conosciute per le loro conoscenze sugli effetti curativi delle erbe o per la loro attività di ostetriche. Addirittura, comportamenti considerati fuori dagli schemi sociali, come una vita sessuale più libera, potevano portare all’accusa di stregoneria.
Uno dei primi documenti visivi che illustrano le pratiche di stregoneria è contenuto in un manoscritto del 1451 intitolato “Le champion des dames” (“Il difensore delle donne”), opera del poeta francese Martin Le Franc. Questa rappresentazione visiva mostra figure femminili che volano su scope, un’immagine che divenne emblematica dell’intero fenomeno della stregoneria.
In Spagna, la caccia alle streghe fu meno diffusa rispetto ad altri paesi europei, ma non mancarono casi di persecuzione. Nel XVI secolo, l’Inquisizione spagnola si occupò di perseguitare e condannare presunte streghe, seguendo le direttive della Chiesa cattolica.
Il primo processo documentato riguardante una presunta strega avvenne a Siviglia nel 1481, seguito da numerosi altri casi in varie città spagnole. L’Inquisizione era incaricata di investigare, processare e condannare le presunte streghe, spesso utilizzando metodi coercitivi e torture per ottenere confessioni.
Un caso significativo è quello di María de los Dolores López, conosciuta come “Beata Dolores”, l’ultima donna condannata a morte per stregoneria in Spagna. Nata intorno al 1739, Dolores crebbe in un ambiente ecclesiastico e divenne cieca all’età di dodici anni, forse a causa del vaiolo.
Descritta come ribelle e con un approccio libero alla sessualità, Dolores fu accusata di eresia per le sue credenze moliniste e per i suoi comportamenti considerati eccessivi. Nonostante la sua difesa dell’innocenza, Dolores fu giustiziata per garrota il 24 agosto 1781 a Siviglia, segnando così la fine delle esecuzioni per stregoneria in Spagna.
Questi eventi hanno lasciato un’impronta profonda nella storia spagnola e europea, evidenziando la fragilità delle società del tempo e la pervasività delle credenze superstiziose. Oggi, questi episodi servono come monito contro l’ignoranza e la violenza che possono derivare dalla paura e dalla mancanza di comprensione.