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Con l’avvicinarsi di Yule, il ritorno delle streghe e di altre figure del folklore è inevitabile. Tuttavia, diversamente dalle figure folkloristiche del momento, le streghe non sono mai scomparse completamente dalla coscienza pubblica, grazie al lavoro di filosofi come Silvia Federici e Mona Chollet. Queste figure mitiche permeano il discorso pubblico, diventando oggetto di riflessione per attivisti e scrittori come Lindy West e la deputata francese Sandrine Rousseau. La stregoneria, vista come metafora della condizione femminile sottomessa, continua a influenzare il dialogo politico contemporaneo.
Stregoneria nella Storia: Una Repressione Radicata
La storia della stregoneria affonda le radici nell’antichità, con leggi romane e imperiali contro maghi e magia. Nel Medioevo cristiano, la Chiesa organizzò una campagna contro le pratiche magiche, divinatorie e altre forme considerate superstizioni. I primi processi per stregoneria comparvero nel XIII secolo, intensificandosi con il cambio di percezione che la rese un crimine assimilato all’eresia. L’Inquisizione fu istituita per combattere eresie, e la stregoneria fu definita come un patto con il diavolo, portando a esecuzioni sul rogo.
La persecuzione delle streghe si intensificò tra il XIII e il XVIII secolo, coinvolgendo decine di migliaia di individui, in gran parte donne. Nel periodo tra il 1550 e il 1650, l’80-85% degli imputati erano donne, contrariamente alla credenza comune che riguardasse solo le emarginate. La repressione della stregoneria ha lasciato un segno indelebile nella storia europea, con stime di 100.000-120.000 processi e 30.000-50.000 esecuzioni.
Dal Terrore al Mito: La Rinascita Simbolica
La fine dei processi segnò l’inizio della depenalizzazione della stregoneria, aprendo la strada a uno studio più approfondito e ad un fascino crescente. Opere come “Satanismo e Stregoneria” di Jules Michelet (1862) cambiarono la percezione, riabilitando la figura della strega. La strega divenne simbolo del popolo in rivolta contro le oppressioni del Medioevo, anziché una creazione di Chiesa e Stato per giustificare il loro potere.
Le teorie di Alphonse Montague Summers e Margaret Alice Murray negli anni ’20 e ’30 portarono ad un nuovo approccio, sottolineando i legami tra stregoneria e antiche credenze pagane. Questi concetti hanno ispirato movimenti neopagani come la Wicca, una moderna riattivazione di culture pre-cristiane.
Streghe e Femminismo: Una Connessione Profonda
Alla fine del XIX secolo, la suffragetta Matilda Joslyn Gage considerava le streghe come simboli della scienza repressa dalla Chiesa. Nel XX secolo, il femminismo adottò la figura della strega come simbolo di resistenza femminile. Le teorie di Silvia Federici e Leopoldina Fortunati riflettono su come la nascita del capitalismo abbia coinvolto l’espropriazione sistematica delle donne e il controllo dei loro corpi.
Nel contesto del movimento di liberazione delle donne, la strega divenne un’icona, rappresentando la lotta per i diritti delle donne. Nel 1973, Barbara Ehrenreich e Deirdre English pubblicarono “Witches, Midwives, and Nurses: A History of Women Healers”, sottolineando il ruolo delle donne perseguitate come streghe nella minaccia all’establishment medico maschile.
Streghe e Femminismo
Il ritorno delle streghe nella coscienza pubblica rappresenta una connessione tra il passato oscuro della repressione e l’attuale lotta per l’emancipazione femminile. La stregoneria, da fenomeno represso a simbolo di resistenza e emancipazione, continua a plasmare il discorso sociale, culturale e politico, dimostrando la sua straordinaria capacità di adattamento e reinvenzione attraverso i secoli.