Le Veggenti chiamate Völva erano figure femminili associate alla cultura vichinga, svolgendo ruoli importanti nelle pratiche spirituali e nelle credenze delle popolazioni nordiche durante l’era vichinga, che si estende approssimativamente dall’VIII al XI secolo.
Le Volva erano considerate donne sagge e possedevano conoscenze speciali legate alla magia, alla profezia e alle arti mistiche. Il termine “Volva” deriva dall’antico norreno e può essere tradotto approssimativamente come “colei che sa” o “colei che vede”. Queste donne erano spesso consultate per ottenere consigli, predizioni del futuro o per ricevere guarigioni spirituali.
Le Volva erano spesso descritte come donne anziane, vestite in modo distintivo e con abilità mistiche. Si pensava che avessero il potere di comunicare con gli spiriti, influenzare il destino e percepire eventi futuri. Durante cerimonie o rituali, potevano utilizzare pratiche come la lettura delle rune, la magia, la trance e altri metodi per ottenere visioni e risposte dalle forze soprannaturali.
Va notato che le informazioni sulle Volva provengono principalmente da fonti scritte dell’epoca, che talvolta possono essere soggette a interpretazioni diverse. La comprensione esatta delle pratiche delle Volva potrebbe variare a seconda della regione e del periodo storico specifico all’interno dell’era vichinga.
Le Bacchette delle Völva
Nel contesto delle pratiche mistiche delle Volva nella cultura nordica, le bacchette erano strumenti rituali utilizzati come parte delle loro attività magico-spirituali. Questi oggetti erano considerati simboli del potere e della saggezza delle Volva e venivano spesso impiegati durante cerimonie, rituali e predizioni del futuro. Tuttavia, le informazioni specifiche sulle bacchette delle Volva sono limitate, e la nostra comprensione si basa principalmente su fonti scritte e mitologiche.
Si sa che le Volva utilizzavano vari oggetti rituali, tra cui bacchette, rune, amuleti e altri strumenti magici, per condurre i loro rituali e per influenzare il mondo spirituale. Le bacchette potrebbero essere realizzate da materiali come legno, osso o metallo, e potrebbero essere decorate con simboli o incisioni significative. Questi oggetti erano considerati veicoli attraverso i quali le Volva potevano canalizzare il loro potere e ottenere visioni o comunicare con gli spiriti.
In generale, le bacchette delle Volva rappresentano un aspetto della ricca e complessa tradizione magico-spirituale delle culture nordiche durante l’era vichinga.
Ci sono diversi esempi di misteriosi bastoni di ferro provenienti da tombe dell’epoca vichinga. Sono stati trovati molto spesso nelle tombe di donne benestanti. Ciò sottolinea il fatto che i völur appartenevano agli strati superiori della società. Un esempio di questo tipo di tomba femminile è la donna di Fyrkat , che è paragonabile ad altre tombe femminili völur riccamente arredate della Scandinavia.
La sepoltura della völva proveniente da Köpingsvik, sull’isola svedese di Öland, conteneva un bastone di ferro lungo 82 cm, con ornamenti in bronzo e una casa rappresentata in cima. Ad accompagnarlo c’erano una brocca dell’Asia centrale e un calderone di bronzo dell’Europa occidentale. La donna era vestita di pelliccia d’orso e fu sepolta all’interno di una cornice di nave, o nave di pietra, che conteneva anche animali ed esseri umani sacrificati.
Un’altra sepoltura di volva è la sepoltura di Oseberg dalla Norvegia. Questo conteneva i corpi di due donne. Una era una donna di alto rango, mentre l’altra era una schiava. Molti degli oggetti nella sepoltura sono associati a seid e veggenti, ad esempio un bastone o una bacchetta di legno e semi di cannabis in una borsa.
A Hagebyhöga nell’Östergötland, in Svezia, fu sepolta un’altra veggente. Oltre al bastone o alla bacchetta, veniva collocata con cavalli, una carrozza e brocche arabe di bronzo, insieme a un piccolo gioiello d’argento a forma di donna con una grande collana. Questa figura può essere interpretata come Freyja – la dea delle veggenti vichinghe – che indossa la collana “Brísinga men”.
Le Pratiche delle Völva
Le pratiche delle Völva, le donne sagge della cultura nordica durante l’era vichinga, erano caratterizzate da una combinazione di abilità mistiche, pratiche rituali e conoscenze spirituali. Tuttavia, va notato che molte informazioni su queste pratiche provengono da fonti scritte che possono essere soggette a interpretazioni diverse. Ecco alcuni aspetti delle pratiche delle Volva:
- Profezia e Divinazione: Le Völva erano spesso consultate per ottenere profezie e visioni del futuro. Potevano utilizzare varie forme di divinazione, inclusa la lettura delle rune, l’osservazione dei segni nella natura o la pratica di estasi mistica per ottenere informazioni sul destino.
- Riti e Cerimonie: Le Völva partecipavano a cerimonie e rituali che coinvolgevano canti, danze, invocazioni e l’uso di oggetti rituali come bacchette, amuleti e calderoni. Questi rituali erano spesso finalizzati a ottenere il favore degli dèi, a influenzare il destino o a ricevere guidanza spirituale.
- Guarigione e Magia: Le Völva erano spesso associate alla guarigione e all’uso di pratiche magiche. Potevano essere consultate per curare malattie, lanciare incantesimi protettivi o rimuovere maledizioni. L’uso di erbe, pozioni e pratiche magico-curative faceva parte delle loro abilità.
- Comunicazione con gli Spiriti: Si credeva che le Völva avessero la capacità di comunicare con gli spiriti, inclusi gli antenati e le entità sovrannaturali. La trance e l’estasi mistica erano tecniche utilizzate per entrare in contatto con il mondo spirituale.
- Simbolismo e Rune: erano spesso associate all’uso delle rune, antichi caratteri alfabetici utilizzati anche come simboli magici. La lettura delle rune era una pratica comune per ottenere risposte alle domande o per ricevere indicazioni sul futuro.
- Ruolo Sociale e Spirituale: avevano un ruolo importante nelle comunità nordiche. Erano rispettate per la loro saggezza e le loro abilità, e la loro presenza poteva essere richiesta in occasioni importanti come matrimoni, nascite o eventi di grande rilevanza.
È fondamentale considerare che la nostra comprensione delle pratiche delle Volva è limitata e che molte informazioni potrebbero essere state modificate o perse nel corso del tempo. Tuttavia, queste donne svolgevano un ruolo significativo nelle credenze e nelle pratiche spirituali delle società nordiche dell’era vichinga.
Le Volva nell’era moderna
Nell’epoca moderna, il termine “Völva” è stato occasionalmente adottato da alcune persone che si identificano con la spiritualità nordica o la neopaganesimo. Tuttavia, è importante notare che questa adozione moderna del termine spesso riflette una reinterpretazione contemporanea basata su fonti storiche e mitologiche.
Alcune persone moderne che si identificano come Völva possono essere coinvolte in pratiche spirituali ispirate alle tradizioni nordiche, incluso l’uso delle rune, la divinazione, la connessione con la natura e la ricerca di una comprensione più profonda della mitologia nordica. Tuttavia, queste pratiche sono spesso personalizzate e adattate alle esigenze e alle credenze individuali.
Va sottolineato che questa moderna identificazione come Völva può variare notevolmente da persona a persona, e non c’è una pratica o un sistema di credenze uniforme associato a tale identità. Inoltre, è importante distinguere tra coloro che adottano il termine in chiave spirituale e coloro che possono farlo in un contesto più informale o ludico. Spesso il termine Völva viene tradotto in Strega e pertanto ne vengono associate alcune pratiche, e anche se in parte potrebbe essere corretto, viste le cose in comune tra di esse va comunque tenuto bene a mente che sono due figure completamente diverse e distinte, sia per ruolo che per “fini”.
È sempre consigliabile considerare queste reinterpretazioni moderne con uno sguardo critico e capire che possono differire notevolmente dalle pratiche storiche delle Völva durante l’era vichinga. La moderna identificazione come Völva spesso riflette una ricerca di connessione con le radici culturali e spirituali, ma è importante notare che queste pratiche non sono continuazioni dirette delle tradizioni antiche, che sono spesso frammentarie o perdute nel tempo.
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